domenica 9 agosto 2015

RACCONTO 2

I raggi del sole filtravano dalla finestra del salotto attraverso le tende sottili.
Sono seduto sulla mia poltrona preferita e mi sento felice.
Mi guardo intorno e vedo letteralmente realizzati tutti miei sogni.
Abito in una meravigliosa villa in una zona residenziale fuori città.
Circondato da bucolici paesaggi e un clima temperato.
Ho potuto comprarla grazie al mio lavoro, il lavoro dei miei sogni.
Il lavoro che ogni uomo sognerebbe.
Per arrivarci ho faticato, ma i miei sforzi sono stati ampiamente ripagati.
Oltre la porta sento voci familiari.
Sono la mia famiglia. La mia splendida famiglia.
Mia moglie è una donna meravigliosa.
La ragazza più bella della scuola con cui mi sono fidanzato ai tempi del liceo e con cui ho condiviso tutto da allora.
Intelligente e paziente mi ha sorretto e aiutato a diventare quello che sono.
Abbiamo avuto 2 figli. Due maschietti. L’orgoglio di ogni padre.
Vederli giocare sereni mi scalda il cuore e mi da una ragione per vivere. Per andare avanti.
Non potrei chiedere niente di più alla vita.
La mia immaginazione non potrebbe concepire un esistenza migliore di quella che porto avanti.

Peccato che nulla di tutto questo sia vero.
Io in questo momento sono attaccato ad un sofisticato macchinario.
Il mio corpo è immerso in uno speciale liquido che mi tiene in un sonno perenne.
Non sono solo. Insieme a me ci sono centinaia di altri miei simili.
Tutti collegati a delle macchine. Ci monitorano e ci studiano.
Siamo Speciali.
O perlomeno così credono coloro che ci guardano tutto il giorno.
Siamo in questa situazione da anni ormai.
Costretti ad essere cavie incoscienti e involontarie.
Quella di prima era la proiezione di quello che sono i miei sogni.
Come una simulazione virtuale della vita vera.
Non ci è rimasta altro che quella.
Dopo il Grande Conflitto Planetario che ha quasi portato l’uomo ad estinguersi, il pianeta era ormai un posto inospitale.
Dalla terra non cresceva più niente e l’aria era diventata irrespirabile.
L’uomo era riuscito a trasformare la sua casa nella propria tomba.
Fortunatamente qualcuno aveva pensato ad un piano di emergenza.
Una stazione spaziale orbitante grazie alla quale la specie umana non si è estinta.
Come una moderna e tecnologica arca di Noè.
Purtroppo però le radiazioni sprigionate dalla Grande Bomba, evento che ha segnato la fine del conflitto, ha provocato lo svilupparsi di una fortissima mutazione sui pochi sopravvissuti a quell’evento devastante.
Nonostante ciò gli scienziati sono riusciti a trovare un modo per arginare temporaneamente gli effetti della mutazione.
Ma serviva una cura totale. Qualcosa che sradicasse la mutazione dal DNA umano.
Proprio per questo io sono qui.
Quando vi ho detto che sono Speciale non vi ho spiegato il Perché.
Diciamo che io ha assistito allo scoppio della Grande Bomba da una posizione particolare.
Un posto d’onore. Infatti in quel momento ero immerso in un liquido come lo sono ora.
Soltanto che il contenitore non era un cilindro di vetro ma una persona in carne ed ossa.
Ero nell’utero materno.
Ed è stata proprio mia madre a salvarmi dalla morte certa.
Sacrificandosi per me.
Quando ci hanno trovati lei era già morta e io ero in pessime condizioni.
Ma ero troppo importante per loro.
Mi hanno infatti immediatamente travasato e messo dove sono ora.
Tuttavia lo scopo non era quello di farmi nascere.
Io sono un sopravvissuto come i miei colleghi in questo laboratorio.
Non siamo mai nati e mai nasceremo.
Rimarremo in questo limbo perenne finché gli scienziati non avranno trovato la Cura.
Loro ci studiano, monitorano i nostri fattori vitali durante la simulazione di vita.
Per noi è come vivere e al contempo non lo è.
Ho visto molti tramonti ma non so cosa si prova nel vederne uno vero.
Ho mangiato molte varietà di cibi, ma non riesco nemmeno ad immaginare la sensazione di assaporare un frutto fresco.
Il mio cervello è sicuro di aver vissuto una vita piena e completa, ma non è così.
Cos’è più importante immaginare un’esperienza oppure viverla veramente.
Alla fine cosa differenzierà me da una persona qualsiasi, qualcuno che le cose che io ho immaginato le ha fatte per davvero?
Entrambi prima o poi moriremo, e la nostra coscienza con noi.
Se siamo fortunati qualcuno potrebbe ricordarsi di noi per qualche tempo.
Noi Speciali non vedremo mai la luce del Sole con i nostri occhi.
Abbiamo vissuto ogni evento della nostra vita chiusi in questo cilindro.
Siamo andati a scuola. Ci siamo innamorati. Siamo cresciuti. Abbiamo avuto dei figli.
E prima o poi moriremo.

Senza neppure essere nati.


Cantoni Marco

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